Anna dice che dopo il terremoto le sono venute le orecchie da pipistrello e adesso riesce a sentire anche i più piccoli rumori che possono segnalare una scossa. Davanti alla foto di un palazzo distrutto, Giovanni ha domandato alla psicologa: “Come hai fatto a farla senza farti male?”.

Mario fa la prima elementare, gli hanno chiesto di parlare della sua casa danneggiata e ha risposto così: “Quando c’è il terremoto, chiudo la porta per non farlo entrare. L’ultima volta l’ho lasciata aperta perché sono scappato in fretta ed è riuscito a infilarsi”.

In 167 classi di dodici istituti comprensivi delle province di Ascoli, Fermo e Macerata, bambini e ragazzi stanno raccontando da settimane le emozioni provate in quei minuti interminabili, quando i mostriciattoli, come li chiama Marco, hanno deciso di difendere Madre Natura costringendo migliaia di bambini marchigiani a imparare il significato di termini tecnici come magnitudo, epicentro e faglia ben prima di studiarli tra i banchi.”

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